Il Roma Fiction Fest ha un nuovo direttore artistico, il regista Giuseppe Piccioni e compie dieci anni, dunque è ancora giovanissimo eppure dichiara tutta la sua saggia lungimiranza: oggi infatti la serialità si conferma come la narrazione audiovisiva più amata e citata, le serie TV affascinano i grandi autori di cinema, lo scambio annunciato è compiuto, spesso il film è il prototipo creativo e originario e la serie TV lo spin off che arriva in tutte le case e online, mentre i nuovi grandi broadcaster come Sky, Netflix o Amazon producono e distribuiscono anche per la sala. L'evento di Roma, ideato e creato da APT con Regione Lazio e Camera di Commercio, rientra perfettamente nella linea editoriale di Fondazione Cinema per Roma, che per il secondo anno lo produce, e il cui sforzo è quello di unire, attraverso eventi diffusi sul territorio, tutte le forze creative e produttive del panorama audiovisivo di Roma e Lazio. Per tutto questo devo ringraziare innanzitutto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la Camera di Commercio con il presidente Lorenzo Tagliavanti e, in particolare, il presidente dall'Associazione Produttori Televisivi (APT) Marco Follini con il segretario generale Chiara Sbarigia, senza dimenticare i programmer di Fiction Fest e la squadra attivissima della Fondazione che presiedo, guidata dal direttore generale Francesca Via, che hanno dato il meglio in tempi davvero proibitivi. Grazie anche ai membri del Cda, al collegio dei revisori e in particolare al consigliere Laura Delli Colli.
E' il decennale, e per festeggiarlo vale la pena segnalare alcuni degli highlight di questa edizione. Innanzitutto l'arrivo alla guida dell'evento di Piccioni, autore di cinema 'puro', segno evidente di quella fusione ormai avvenuta tra film e fiction di cui parlavano all'inizio. Gli auguriamo buon lavoro. Non per caso, il festival vedrà l'anteprima della serie TV firmata da un altro grande protagonista del cinema, Gus Van Sant che con WHEN WE RISE rievoca le origini delle lotte per la conquista dei diritti civili dei gay mentre il presidente di giuria è il premio Oscar Richard Dreyfuss, qui nei panni di Madoff nell'omonima serie sul più famoso e condannato truffatore dell'era della finanza selvaggia. Il tema, molto attuale, della 'diversity' è al centro di tanti racconti al femminile,a partire dalla serie italiana, ideata da Cristina Comencini Di Padre in figlia, proseguendo con i potenti ritratti di donna presenti in Better Things, Good Behavior, The Kettering Incident, Fleabag e ben riassunti sia dalla presenza in giuria di Annabel Scholey, la famosa contessina de I medici, che dall'omaggio a Shonda Rhymes, il talento che ha cambiato per sempre il volto della serialità con serie di culto come Grey's Anatomy e Scandal. L'attenzione 'retrò' è incarnata dalla nuova Sala Cult dove si potranno consumare vere e proprie maratone di grandi classici come Boris o Six Feet Under. Infine, dopo il già citato Di padre in figlia, grande spazio al prodotto e ai protagonisti italiani, nell'anno in cui la nostra fiction ha segnato molti punti sul piano della qualità, dell'internazionalità e dell'innovazione, con I medici e The young Pope, Gomorra 2, La mafia uccide solo d'estate, Rocco Schiavone e di cui molto si discuterà negli incontri. Il trionfatore della scorsa stagione di cinema con Perfetti Sconosciuti, il regista Paolo Genovese, presenterà Immaturi, sviluppo TV dell'omonimo film di grande successo, mentre Elio Germano entrerà nei panni del grande Manfredi per "In arte Nino" diretto da Luca Manfredi, figlio del grande attore. Il cinema è la sua brillante memoria si fondono ancora una volta armoniosamente con la serialità. Un modo per ricordare anche ai più piccoli e ai più giovani, a cui Roma Fiction Fest dedica un'intera colorata sezione, Kids & Teens, i volti e le storie che, nello scambio virtuoso tra grande e piccolo schermo (ormai dovremmo imparare a dire 'piccoli schermi'), hanno reso più fantasiose e lievi le nostre vite.
Piera Detassis
Presidente Fondazione Cinema per Roma